Opera acquisita nel 2010 a seguito della mostra dedicata all’artista Renato Birolli, Necropoli e Paesaggio Adriatico, organizzata dal 13 marzo al 30 giugno 2010 nello spazio espositivo del Museo di San Francesco.
Renato Birolli è autore fondamentale nel dialogo tra pittura realista e astra ista tra anni Trenta e Cinquanta. È lo stesso artista nel 1952 a chiarire la sua posizione poetica, scrivendo, in una le era a Guglielmo Achille Cavellini: “La distinzione tra figurativo e astratto” (...) “ sembra insignificante; una specie di finzione accademica, per scopi e interessi diversi e opposti dai nostri. La nostra forza sta nella percezione organica e morale, non nella distinzione citata”. → 1
Il dialogo tra queste due componenti è evidente nell’opera Vigna, del 1952, realizzata dall’artista in una delle sue fughe creative, ispirata ai lunghi soggiorni di contemplazione solitaria di paesaggi naturalistici, agresti e marittimi, nelle Cinque Terre o nelle Marche. L’opera, anche tecnicamente, mescola realtà e astrazione. Sembra infatti che i pampini, i grappoli, il viticcio e il tralcio siano stati appoggiati, premuti, strofinati sul foglio come una matrice da stampa utilizzando quindi una tecnica meccanica e non manuale, che richiama esplicitamente l’inserimento della realtà all’interno dell’opera.
La pittura di Birolli si riferisce così ai motivi del paesaggio e alla loro conformazione culturale, di natura e di tempo, di presenza del lavoro e dell’intervento umano: → 2 sono i vigneti, le colline, gli attrezzi, i pescatori; i cicli pittorici dedicati al lavoro. La sua opera negli anni Cinquanta è dunque ricca di riferimenti naturali, prima di avvicinarsi, nella seconda metà degli anni Cinquanta alla pittura informale.
→ 1 Renato Birolli Necropoli e paesaggio adriatico, di Paolo Rusconi e Zeno Birolli, Edizioni Scalpendi, Marzo 2010, pag. 136.
→ 2 Renato Birolli Necropoli e paesaggio adriatico, di Paolo Rusconi e Zeno Birolli, Edizioni Scalpendi, Marzo 2010, “ibid.”